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ENRICA GUGLIOTTA

Divina poesia :

Grazie a te divina poesia !

Ho rivisto la luce ….

Ho scritto versi

Dal giorno della mia nascita …

La mia vita è stata

Un gran poema !

Ho attraversato l ‘ inferno Dantesco

Ogni suo girone ….

Con la guida del mio grande maestro Arsenio !

Mi sono incamminata sulle colline del

purgatorio, ho camminato … Ore giorni

Senza mai fermarmi … E finalmente

Sono giunta , davanti alla grande porta del

paradiso , la luce che si intravedeva , era quasi

accecante … Ma il mio maestro … Mai mi ha

abbandonato! Ed ora grazie a lui , sono riuscita

ad arrivare così in alto !

Che quasi mi par di volare !

E sento ogni giorno in me , i versi dei più grandi

poeti ! Che quasi … Vorrei scrivere ..la mia

vita … Come una nuova Divina Commedia …

Sono risorta grazie alla poesia !

E al mio maestro !

Enrica Gugliotta

STEFANIA DE GREGORI

Poeti e poesia

Gotica poesia,
dai versi
modellati ad arte,
formano
architettonica
semantica.
Sotto un arco di stelle,
dal buio del nulla,
piovono suadenti parole,
ricche di pathos,
profonde dai
sapienti pozzi
di vita.
Sussulti d’emozioni,
sul petto disadorno,
mai abbracciato
da un romantico
scialle di belle parole.
Versatile poetica,
plasma l’animo
del lettore,
rapisce il cuore,
nel gelido
spazio angusto.
Empatia che nasce
incontrollata,
tra i poeti della notte,
per poi esplodere in
un’accozzaglia di
contrastanti idee,
nell’incoerente
incostanza.
Un velo nero,
cade sulle prime ombre,
da cui ognuno fugge,
di latitanti silenzi,
di sommessi mormorii,
celati da improvvisi rancori.
Adulatori estremi,
talvolta i poeti,
dapprima
elargiscono
nelle altrui poesie,
magnanimi giudizi,
volontariamente,
per poi diventare
acerrimi nemici.
Giocar a mosca cieca,
per non affrontare
nitidamente la realtà,
chiusi dietro uno schermo
di pura virtualita’,
immortalati di
agghiacciante solitudine.
Non ci può essere poesia,
ne’ musica,
ne’ filosofia,
ma solo tombali
concupiscenze,
ancestrali rifiuti,
distorte e convesse
coordinate di
due mondi paralleli.
Persi come
palloni gonfi d’elio,
volano bendati,
mai coesi,
tra gli abissi d’infinito,
tra alterchi di fumo,
sperando nel
prodigale creato.
Proba tra interrogativi
senza esiti,
resto assorta,
e mi chiedo,
quale sia l’autentica sensibilità
nella poesia.

Sdg 18-11-2016

PATRIZIA BENETTI

Sei nata dentro di me
fantasia senza fine
vita interiore
fonte di tormento e gioia.
Sei cresciuta
hai messo radici
in questa vita silenziosa
che osserva, assorbe
vogliosa di capire.
Sei parte di me
irrinunciabile
fantasia ti acchiappo
con l’inchiostro
e diventi parola.

Patrizia Benetti

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